Facebook è morto, lunga vita a Facebook!
Qualche giorno fa i giornali italiani e stranieri hanno dato Facebook per morto (o quasi) entro il 2017.
L'analisi proviene niente meno che dalla prestigiosa Princeton University e si basa su un modello epidemiologico: come un virus, Facebook dal 2004, anno in cui è nato, si è propagato tra la gente, raggiungendo il suo apice nel 2012, per poi iniziare la discesa. La previsione dice che perderà il 20% dei suoi utenti entro dicembre 2014 e poi l'80% tra il 2015 e il 2017. Sarà vero?
I precedenti celebri non mancano (si pensi a Myspace) e le cifre testimoniano che Facebook sta effettivamente sperimentando una certa disaffezione da parte degli utenti, soprattutto i più giovani.
Vediamo in dettaglio i risultati di un recente studio condotto dal Global Web Index sull'utilizzo dei social.
I CANALI
Il grafico illustra la penetrazione, ovvero il numero di utenti registrati sui vari social network: Facebook, tutt'altro che morto, rimane saldamente in testa, seguito da You Tube, Google+, Twitter e LinkedIn.
Facebook è tuttora il social con il maggior numero di utenti registrati (83%) e attivi (49%), nonché la maggior frequenza di visite al sito (il 56% degli utenti accede più di una volta al giorno). Tuttavia nella seconda metà del 2013 il numero di utenti attivi su Facebook è calato del 3%, proprio mentre altri canali sono cresciuti macroscopicamente, tra questi Instagram (+23%), Reddit (+13%), poco conosciuto in Italia, e Linkedin (+9%).
Segmentando il dato per età, troviamo Facebook saldamente in testa alle preferenze di chi ha tra 25 e 34 anni, mentre la fascia 16-24 anni è tra le più attive su Tumblr, Youtube e Instagram.
Nel 23% di crescita di Instagram rientra per l'appunto la preferenza accordata a quest'ultimo dai giovanissimi. Forse però, più che ad un abbandono massivo di Facebook, dovremmo pensare all'instaurarsi di nuove modalità di utilizzo dei canali social: una fruizione multipla, integrata, cui si somma uno spiccato interesse per la sperimentazione di quanto più nuovo il mercato offre.
I DISPOSITIVI
L'analisi conferma un dato già noto: gli utilizzatori di social network via mobile (smartphone o altro) sono per il momento in numero inferiore agli utilizzatori via desktop, ma sono in compenso molto più attivi.
Il 69% dichiara di aver utilizzato Facebook dall’applicazione mobile nell'ultimo mese, mentre per Youtube la percentuale si attesta al 57% e al 37% per Google+.
I PAESI
Uno sguardo infine alla ripartizione geografica della diffusione dei canali social: si nota la netta preferenza per Facebook da parte dei nordamericani, assieme all'elevato interesse per i social network in generale in Medio Oriente ed Africa.
Per quanto riguarda l'Asia, va detto che le reali dimensioni della social audience rimangono in parte non misurabili: a causa delle restrizioni governative vigenti in Cina sull'utilizzo di Internet, qui come in altri paesi (Indonesia, Vientnam Thailandia, Brasile, Messico...) più di un terzo degli utenti dichiara di accedere ad Internet tramite VPNs (Virtual Private Networks), ma i tradizionali sistemi di tracking non riescono a conteggiare con precisione questi accessi.
[Fonte: Global Web Index, Gennaio 2014, www.globalwebindex.net]
Qualche giorno fa i giornali italiani e stranieri hanno dato Facebook per morto (o quasi) entro il 2017.
L'analisi proviene niente meno che dalla prestigiosa Princeton University e si basa su un modello epidemiologico: come un virus, Facebook dal 2004, anno in cui è nato, si è propagato tra la gente, raggiungendo il suo apice nel 2012, per poi iniziare la discesa. La previsione dice che perderà il 20% dei suoi utenti entro dicembre 2014 e poi l'80% tra il 2015 e il 2017. Sarà vero?
I precedenti celebri non mancano (si pensi a Myspace) e le cifre testimoniano che Facebook sta effettivamente sperimentando una certa disaffezione da parte degli utenti, soprattutto i più giovani.
Vediamo in dettaglio i risultati di un recente studio condotto dal Global Web Index sull'utilizzo dei social.
I CANALI
Il grafico illustra la penetrazione, ovvero il numero di utenti registrati sui vari social network: Facebook, tutt'altro che morto, rimane saldamente in testa, seguito da You Tube, Google+, Twitter e LinkedIn.
[Fonte: Global Web Index, Gennaio 2014, www.globalwebindex.net]
Facebook è tuttora il social con il maggior numero di utenti registrati (83%) e attivi (49%), nonché la maggior frequenza di visite al sito (il 56% degli utenti accede più di una volta al giorno). Tuttavia nella seconda metà del 2013 il numero di utenti attivi su Facebook è calato del 3%, proprio mentre altri canali sono cresciuti macroscopicamente, tra questi Instagram (+23%), Reddit (+13%), poco conosciuto in Italia, e Linkedin (+9%).
[Fonte: Global Web Index, Gennaio 2014, www.globalwebindex.net]
Segmentando il dato per età, troviamo Facebook saldamente in testa alle preferenze di chi ha tra 25 e 34 anni, mentre la fascia 16-24 anni è tra le più attive su Tumblr, Youtube e Instagram.
Nel 23% di crescita di Instagram rientra per l'appunto la preferenza accordata a quest'ultimo dai giovanissimi. Forse però, più che ad un abbandono massivo di Facebook, dovremmo pensare all'instaurarsi di nuove modalità di utilizzo dei canali social: una fruizione multipla, integrata, cui si somma uno spiccato interesse per la sperimentazione di quanto più nuovo il mercato offre.
I DISPOSITIVI
L'analisi conferma un dato già noto: gli utilizzatori di social network via mobile (smartphone o altro) sono per il momento in numero inferiore agli utilizzatori via desktop, ma sono in compenso molto più attivi.
Il 69% dichiara di aver utilizzato Facebook dall’applicazione mobile nell'ultimo mese, mentre per Youtube la percentuale si attesta al 57% e al 37% per Google+.
I PAESI
Uno sguardo infine alla ripartizione geografica della diffusione dei canali social: si nota la netta preferenza per Facebook da parte dei nordamericani, assieme all'elevato interesse per i social network in generale in Medio Oriente ed Africa.
Per quanto riguarda l'Asia, va detto che le reali dimensioni della social audience rimangono in parte non misurabili: a causa delle restrizioni governative vigenti in Cina sull'utilizzo di Internet, qui come in altri paesi (Indonesia, Vientnam Thailandia, Brasile, Messico...) più di un terzo degli utenti dichiara di accedere ad Internet tramite VPNs (Virtual Private Networks), ma i tradizionali sistemi di tracking non riescono a conteggiare con precisione questi accessi.
[Fonte: Global Web Index, Gennaio 2014, www.globalwebindex.net]